Serie A

Cercasi Wilson disperatamente...

18.10.2016 19:50

La solidità di una squadra si vede lontano da casa. Lontano dai propri punti di riferimento, dai propri tifosi, dalle sicurezze accumulate in settimane di allenamenti, ci si deve armare di pazienza e umiltà, affidandosi a meccanismi rodati e ad automatismi consolidati. Quando questi mancano, o non sono ancora solidi come in potenza, la squadra scricchiola, alternando vittorie casalinghe a sconfitte fuori casa. Questa la mia impressione al termine di Capo d’Orlando-Torino, sfida che ha confermato per i paladini il ruolo di “bestia nera” dei torinesi, sempre battuti quando la lettera “A” ha seguito la parola “Serie”: nulla di grave, ci mancherebbe altro, la solidità si acquisisce con il tempo, si costruisce con il sudore e con l’abitudine. Nonostante il rammarico per i due punti lasciati al PalaFantozzi la consapevolezza che il campionato sia appena iniziato lascia un margine di serenità. Eppure ieri sera sono affiorate alcune lacune che con il tempo possono essere in parte colmate, ma con cui si dovrà convivere per lungo tempo: questo non preclude alcun obiettivo alla Fiat, tanto meno dopo tre giornate di campionato. HARVEY WILSON, RISPONDETE - La prima impressione destata dai 40’ di Capo d’Orlando è comune a molti: l’opaco inizio di stagione di Harvey che diventa pessimo se il soggetto diventa Wilson. I due statunitensi di Vitucci non stanno sicuramente fornendo l’apporto a loro richiesto: se Harvey ieri ha difeso molto bene sulle linee di passaggio, riuscendo anche ad anticipare gli esterni paladini, Wilson ha timbrato il cartellino dopo pochi secondi salvo poi scomparire totalmente dal parquet. L’infortunio alla mano patito durante il match può averlo rallentato, ma l’apporto è stato decisamente lacunoso per una squadra che punta molto sui cinque statunitensi. Terza partita negativa per Wilson con grandi ripercussioni su tutta la squadra. CHILI E CENTIMETRI - La seconda considerazione che nasce spontaneamente riguarda il peso di Torino nei pressi del canestro: la lotta a rimbalzo ha premiato la Betaland che ha dominato questa voce statistica con un netto 40-29: White è il giocatore che tutti vorrebbero e che se fosse affiancato da un centro di ruolo potrebbe diventare ancora più inarrestabile. Wilson, ala piccola nel corpo di un’ala grande, latita sia vicino che lontano da canestro e Mazzola è ancora alla ricerca della migliore condizione dopo un’estate di riabilitazione. Iannuzzi ha giocato una partita gagliarda, condendo con 6 rimbalzi e 4 assist la sua prestazione da 8 punti, mentre Vitucci si è affidato alla zona per alcuni tratti di partita, non ottenendo i dividendi sperati. ELEMENTI CONTATI - In questo momento la coperta di Torino è troppo corta. Gli alti (pochi) e bassi (molti) di Wilson e Harvey pesano assai su una squadra che contro Pesaro è riuscita a sopperire alle difficoltà grazie ad Alibegovic e Poeta, considerati anche i problemi di falli di Mazzola. Contro Capo d’Orlando Alibegovic è stato meno intraprendente di domenica scorsa, Mazzola non è riuscito a lasciare il segno e il solo Poeta ha fornito il suo consueto contributo: troppo poco per provare a vincere in trasferta. NOTE POSITIVE - Torino sa di poter puntare forte sull’asse play-pivot formata da Wright e White, la coppia che genera gran parte delle soluzioni offensive dei gialloblù: il playmaker ex Varese si è messo ancora una volta a disposizione dei compagni, distribuendo 6 assist ma riuscendo anche a segnare 13 punti con buone percentuali, mentre White ha segnato un paio di canestri di onnipotenza, pagando i 33 minuti passati sul parquet ma riuscendo comunque a chiudere a quota 19 punti. Buona anche la prova di Washington, anche se alcuni errori in difesa sono stati gravi. “LIBERI” DI SBAGLIARE - Pessima la percentuale ai tiri liberi della Fiat Torino: il 9/18 è un dato pessimo, per vincere in trasferta è necessario alzare anche le percentuali dalla linea del tiro libero. IN CONCLUSIONE - Nessuna tragedia per una sconfitta brutta (chi conosce sconfitte belle?) ma fisiologica in questo momento della stagione: non bisogna abbassare la guardia, aspetti da migliorare non mancano ma le condizioni per risolvere parte dei problemi ci sono tutte. Aggiungere un giocatore come Wilson darebbe certamente una marcia in più a Torino e potrebbe permettere ai gialloblù quel salto di qualità che cambierebbe volto alla stagione.  

Domenico Marchese

       
CREDITS: La foto è tratta dal sito internet dell'Orlandina Basket (www.orlandinabasket.it) ed è stata scattata da Joe Pappalardo
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