Pink and Roll

Nella gabbia della Leonessa

08.05.2018 20:18

Domenica assistiamo alla presentazione del nostro roster come parenti in ansia che guardano i notiziari dopo una strage in cerca dei sopravvissuti: un raffreddore ha messo ko la nostra Machine e i problemi fisici di fine stagione di Garrett lasciano tutto il peso della squadra sulle spalle doloranti di Peppe Poeta.

L'idea generale è che va bene non avere più nulla da perdere o da guadagnare, ma così il rischio è di farsi dare una rullata pazzesca.

I primi venti minuti di gioco possono entrare di diritto nella classifica delle partite più brutte della storia, non si capisce bene di quale sport: sono talmente imbarazzata che per la prima volta nella vita penso di cambiare canale.

L'intervallo arriva come una boccata d'ossigeno e cerco freneticamente il telecomando per trovare una cura ai miei poveri occhi sanguinanti: per fortuna su un campo lontano geograficamente e non solo si sta giocando Golden State vs New Orleans.

Rassegnata al massacro torno a guardare cosa succede sul campo di Brescia ma miracolosamente si è ripreso a giocare sul serio: il gladiatore Peppe è più forte di tutti gli acciacchi e sembra un mix tra Chris Paul e Rondo. Fa volare Washington che come al solito se ne infischia delle leggi della fisica e stupra il ferro, serve Jones per una tripla che ci risveglia definitivamente dal torpore.

La tripla non sarà una sola, come un diesel che ha bisogno di un po' di tempo per carburare Andre ha usato il primo tempo solo come riscaldamento: uno spirito divino si impossessa delle sue mani e non sbaglia più, colpisce da dietro l'arco sette volte e i tifosi della Leonessa iniziano a rimpiangere il departito Mvp della Coppa Italia.

I crampi lo fermano, gli buttano dell'acqua in faccia e gli praticano un massaggio cardiaco: quaranta minuti in stagione non li ha mai giocati e probabilmente il fisico ne risente, ma la mente sicuramente no.

Overtime. Arriviamo come sempre a un passo dall'impresa, questa volta con le rotazioni così corte che a malapena esistono ma con dei soldati in campo: quando il gioco si fa duro Mazzola comincia a giocare, in città hanno appeso un manifesto con la sua faccia ed una taglia per chi riuscirà a portarlo alla Presidentessa Bragaglio, che ancora lo aspetta dalla finale di Coppa.

Anche questa volta perdiamo e siamo a nove di fila. A me però piace trovare una morale in quel che vivo e in quel che vedo.

C'è differenza tra perdere con onore e perdere come cretini, entrambe le sconfitte non ti portano punti in classifica ma le sensazioni che provi nei minuti successivi alla partita sono completamente diverse.

L'idea che un giocatore tenuto nell'angolo per tutta la stagione possa fare quel che ha fatto Jones mi ispira, mi fa comprendere che anche quando non c'è più un traguardo per cui lottare è fondamentale continuare a combattere per se stessi, crederci quando nessuno può o vuole farlo al posto tuo.

Se invece dovessi rappresentare con un volto quel che significa passione non avrei dubbi e sceglierei una foto del nostro Capitano.

Siamo stati nella gabbia della leonessa, abbiamo perso ma non siamo stati sbranati.

Photo credit: Fotoracconti.it

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