Serie A

AMARCORD - Torino batte Reggio 79-72

15.12.2016 17:42

Prima giornata della stagione 1985/86. Berloni-Cantine Riunite Reggio Emilia 79-72. Torino sarebbe arrivata alla semifinale e mai come quell’anno avrebbe meritato il tricolore, con Guerrieri in panchina e una squadra pazzesca. Dall’altro lato, Pino Brumatti (che al basket torinese ha dato tanto, tantissimo) e, tra gli altri, Bob Morse: due nomi che solo a pronunciarli vengono i brividi. Arbitri, altre due leggende: Vitolo e Duranti.

Di seguito, il commento al match pubblicato su Stampa Sera dell’8 ottobre 1985 a firma Enrico Isnardi. Più il tabellino originale di Superbasket…

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Contro le Riunite Reggio Emilia, la Berloni ha incassato, soffrendo, i primi due punti di una stagione che già al turno d'esordio ha offerto le sorprese delle sconfitte di Granarolo (interna) e Banco Roma. Non è in realtà molto strana o anomala, specie per la Berloni, una partenza non propria lanciata al cospetto di una squadra che, mirando anzitutto alla salvezza, deve raggiungere la condizione prima di chi (come i torinesi) guarda più lontano, ai playoff e allo scudetto. Tuttavia, nel passaggio dal precampionato al test ben più severo e realistico del torneo di Al, la squadra di Guerrieri ha certamente perso qualcosa in smalto e brillantezza: si è notata infatti una lentezza di manovra (che ha pesato sulle sorti di un incontro in equilibrio sin quasi allo scadere), specie nella fase di passaggio dalla difesa all'attacco. Evidente poi è stata la difficoltà di Della Valle e compagni nell'aggredire la zona avversaria, «circondata» con un gioco troppo lento e rimasticato per sgretolare l'arcigna difesa degli ospiti. Attualmente, per carenza di forma, l'ingaggio di Savio ancora non basta a eliminare 11 principale difetto della Berloni '84-'85, anche perché il neotorinese altro non ha offerto domenica alla squadra che un palo di azzeccati tiri da tre punti. Per il resto, la Berloni nuova e rivoluzionarla e dalle «mille» soluzioni vincenti, per domare gli avversari ha dovuto aspettare l'inevitabile calo fisico di Bouie e Morse (40' sono troppi per l'ormai spelacchiato Bob, ma mira e classe sono sempre immutate), e aggrapparsi alla «vecchia» arma vincente Scott May, come sempre uomo ovunque, come sempre furente e immarcabile nei momenti decisivi. Con lui ha deciso l'incontro, pur non brillando ancora in regia, Della Valle che, di progresso in progresso, unisce ora all'innata capacità inventiva e alle acquisite doti realizzative una nuovissima saggezza e un nuovissimo controllo, tanto da non buttare al vento neppure un pallone. Per il resto, più ombre che luci nelle prestazioni dei berloniani: nulla più che un paio di lampi per Savio, Morandotti (molto sotto tono e stranamente anonimo) e, Bantom (bravo, ma un po' gregario domenica), tanta panchina per Vecchiato, in chiara difficoltà con Bouie, solo panchina per Croce (la rivelazione dei tornei estivi e dell'amichevole con la Simac) e i teneri virgulti Pessina e Vicini. Danna, che sostituiva lo squalificato Guerrieri, non ha potuto dar loro alcun spazio, limitando al minimo 1 cambi, mentre sull'altra panchina Lombardi, strapazzando e alternando «a mitraglia» i suoi, otteneva spesso l'effetto di mandarli in tilt.

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