Canestro e Fallo

Canestro e fallo - "Una squadra a cui voler bene"

05.03.2025 12:20

Chi vince festeggia, chi perde spiega e Basket Torino, per lunghi tratti del campionato, ha spiegato sin troppo. Poi, improvvisamente, qualcosa è cambiato e una squadra che sembrava mal costruita, farraginosa, tendente al facile sconforto è diventata una compagine che lotta, non molla e diverte. In poche parole, una squadra a cui voler bene cosa che direi anche se, nelle ultime sei partite, avessimo fatto un record di 3-3 e non di 5-1 a parità di prestazioni. È sicuramente semplicistico motivare tutto col cambio di guida tecnica, ma dall’arrivo di Paolo Moretti al posto di Matteo Boniciolli causa motivi di salute (per fortuna rivelatisi molto meno preoccupanti del previsto come ha testimoniato il suo bellissimo “è vivo e lotta insieme a noi” detto durante un collegamento con ETV) è davvero scattato qualcosa.

Personalmente nutro stima e simpatia per coach Boniciolli, persona colta e tecnico più che competente anche se con qualche asperità, però qualcosa non funzionava. La squadra sembrava costruita peggio di ciò che era realmente, ci sono state buone prove al di là del risultato (con Verona in casa e a Cantù nonostante le sconfitte, in casa di Livorno e Fortitudo), ma spesso e volentieri Torino si è spenta alla prima difficoltà facendosi distruggere dai primi strappi avversari e perdendo la gara già dopo un quarto o un quarto e mezzo. La botta psicologica della stramaledetta sconfitta di Pesaro, con tutte le applicazioni che davano la gara finita mentre è stato fischiato un fallo sull’ultima tripla di Bucarelli completamente sballata, spiega qualcosa, ma non tutto il male che è arrivato dopo. 

Boniciolli ha scelto il suo successore, Paolo Moretti. Un allenatore bravo e capace, ma che per uno di quei misteri della fede non stava lavorando. L’ex coach di Pistoia è arrivato, ha girato due viti in difesa, ha smussato i toni e la squadra ha ricominciato a volare prima di puro carattere e poi alzando anche il livello qualitativo. Cinque vittorie su sei e sarebbe potuto esserci il bottino pieno se avessimo gestito meglio il finale in casa di Brindisi. Una Torino che rischiava di retrocedere si è assestata in zona play-in e ha visto restituito al basket Maximilian Ladurner che ha perso l’aria sperduta della prima parte di campionato per ritrovarsi inaspettato protagonista da subito. Taylor, di cui si vociferava addirittura di un taglio, ha moltiplicato le forze diventando il “go to guy” che ogni tanto serve ad ammazzare le partite, formando con lo strabordante Ife Ajayi la miglior coppia di americani avuta da Torino in seconda serie. Severini e un Ghirlanda sempre più da stropicciarsi gli occhi (Matteo è un mio pallino, che ci posso fare) sono diventati ministri della difesa, mentre Teo Schina incarna sempre più l’essere capitano e Montano, in attesa del rientro di Gallo, si è sacrificato a fare il play senza rinunciare alle magate dalla distanza. Se “A Torino si lotta” è il coro che tiriamo fuori quando le cose vanno male, adesso è stato preso in parola da chi va in campo e una compagine slegata e “triste” si è trasformata in una squadra per cui non vedi l’ora di tornare al Ruffini mentre fino a qualche settimana prima recarsi al proprio seggiolino con l’abbonamento in mano era quasi un supplizio.

Il pubblico del Pala Gianni Asti ha tributato il giusto affetto a questa nuova versione dei gialloblù e siamo passati da un catino freddo a una situazione in cui gli spalti sono entrati spesso in partita sin dal match contro Vigevano e, soprattutto, nella vittoria di domenica contro Pesaro, ideale chiusura di un cerchio iniziato con l’amara sconfitta dell’andata. Quando nelle prime battute c’era difficoltà a trovare il canestro nessuno pensava a una debacle, ma “solo” a una gara difficile, visto che eravamo vivi e l’attesa è stata premiata da una grandiosa ripresa. Per questo, verso il termine di ogni prestazione, arrivano sempre i cori per Paolo Moretti.

Quale futuro? Quello immediato dice che se il campionato finisse oggi potremmo essere la mina vagante della parte calda della stagione, senza illusioni, ma al tempo stesso con la convinzione di dire la nostra. Però, come ha ricordato saggiamente Moretti, bisogna vedere come staremo tra due mesi. Quello legato alla prossima stagione è tutto da definire, visto che Boniciolli ha un biennale e il suo contratto, secondo quanto detto dalla società, verrà rispettato. Lui manager e Moretti allenatore è solo una suggestione? Vedremo, ma per adesso possiamo solo goderci il momento, guardare la realtà e dirci che abbiamo una squadra a cui voler bene. Non è poco e non è scontato.

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