Serie A

Fiat sconfitta dallo Zenit, ma il segnale è arrivato

Torino cade al PalaRuffini e dice addio all'EuroCup, ma reagisce al momento difficile

07.02.2018 23:11

“Come sta andando la partita?” mi scrive una mia cara amica mentre sul parquet l’Auxilium e lo Zenit lottano possesso su possesso. “Bene - è la mia risposta via Whatsapp -, la squadra segue i due coach, questa è la notizia più bella che potessimo avere!”. All’improvviso, l’illuminazione: “Eh beh… era l’idea più furba che potessero avere anche prima. I coach sono due di loro in definitiva, è uno sport di squadra e si gioca così. Un gruppo”. La mia amica ha indubbiamente un talento, quella di essere logica e lineare sfociando nella genialità: chi mai potrai mettere a capo di un branco se non un individuo (due in questo caso) identificati dallo stesso insieme di persone? Questo è stato il leit motiv della sfida tra la Fiat Torino e lo Zenit San Pietroburgo, la prima assoluta della gestione Galbiati, anche se sarebbe più corretto definirla Galbiati-Comazzi. Il risultato finale non deve trarre in inganno: Torino ha perso, e ci può stare contro una squadra costruita per passare ai playoff di EuroCup, ma ha lottato regalando emozioni che non fossero la frustrazione o lo sgomento vedendoli in campo. Dimenticate la squadra apatica vista nella gestione Recalcati, che ci teniamo a ripeterlo non ha avuto colpe: il gruppo ha risposto presente ad una coppia di elementi che faceva parte dello stesso già in precedenza, depositari del verbo predicato da Banchi. Perchè possiamo girarci intorno quanto volete, possiamo leggere interviste improbabili e incredibili: ma questa squadra è quella di Banchi ed è normale che risponda agli impulsi e agli stimoli di chi sa quali corde toccare, proprio perchè ha assistito, o hanno per meglio dire, alla genesi e allo sviluppo della creatura. Ecco perchè la sconfitta con San Pietroburgo è stata una mezza vittoria se non altro per l’atteggiamento, per la reazione al cambio in panchina. Ma in tribuna è stata la sconfitta su tutta la linea della gestione attuale, almeno dal punto di vista societario: forse il punto più basso per affluenza, ma non per partecipazione. Questa è la squadra di Banchi e Galbiati-Comazzi sono la naturale prosecuzione. Dopo aver fatto impazzire le coronarie del PalaRuffini scollinando un paio di volte la soglia psicologica della qualificazione nei primi due quarti, Torino ha subito il ritorno fisiologico dello Zenit San Pietroburgo. Alla vigilia nessuno ha mai pensato neanche lontanamente che la missione fosse possibile ma al contempo facile: vedendo imperversare sul campo Kuric, Simonovic e Whittington anche un novizio dello sport più bello del mondo avrebbe potuto capire quanto i ragazzi di Galbiati e Comazzi stessero andando al limite per restare in scia dei quotati russi. E con loro il PalaRuffini, animato da pochi ma buoni tifosi torinesi, che sono rimasti a fianco di Washington e compagni fin dalla palla a due. La tripla di Karasev ha riportato tutti sulla terra sul 51-59 con 3’40” da giocare, Iannuzzi ha riavvicinato la Fiat ma in un paio di azioni la terna arbitrale si è trasformata in “arbitraria”, scatenando la furia del PalaRuffini. A 10’ dalla fine della sfida la Fiat ha arrancato chiudendo sul 56-65, accusando il mortifero terzo quarto dello Zenit, momento proseguito nella quarta frazione fino al 62-73 con la tripla di un mortifero Kuric. L’energia delle Fiat è venuta a mancare ma non la voglia, la grinta, la garra: anche con le batterie scariche i gialloblù hanno continuato a provarci, ricevendo il meritato supporto dei tifosi che non hanno mai smesso di incitare il quintetto presente in campo. Washington ha continuato a lottare, incurante del parziale, Poeta, Patterson e Garrett non hanno mollato un metro anche sul -10. 
Con la qualificazione sempre più distante Torino non si è arresa ma ha continuato a lottare fino alla fine, perdendo sul campo ma non per atteggiamento: il “vi vogliamo così” è il manifesto della “vita nuova” gialloblù. Fatta di sofferenza, lo sappiamo e lo mettiamo in preventivo. Ma fatta anche di lotta. Come è normale che sia.

FIAT TORINO-ZENIT SAN PIETROBURGO 73-87
(22-18, 47-36, 56-65)
TORINO: Garrett 21, Vujacic 4, Poeta 2, Stephens, Patterson 17, Washington 13, Okeke 3, Jones, Mazzola 3, Mbakwe 2, Iannuzzi 8. All. Galbiati. Ass. Comazzi, Siragusa. 
SAN PIETROBURGO: Reynolds, Karasev 17, Barinov 2, Vikhrov 2, Voronov 12, Simonovic 14, Whittington 6, Harper 5, Griffin 4, Kuric 13, Valiev 6, Gordon 6. All: Karasev.
ARBITRI: Elias Koromilas, Carlos Cortes, Torklid Rodsand. 
 

'));