CANESTRO E FALLO - “Il Basket degli angeli”
Dopo la vittoria del suo Bologna per 7-1 contro il Modena, Fulvio Bernardini disse “Così si gioca solo in Paradiso”. Ieri sera al Pala Gianni Asti possiamo analogamente dire di aver visto Basket Torino giocare per lunghi tratti il basket degli angeli.
Nella sfida con una Bergamo reduce da due successi consecutivi contro Fortitudo Bologna e Brindisi la squadra di coach Moretti oltre a essere un gruppo che sembra divertirsi da matti a difendere più duro che si può, ha messo in campo un gioco d’attacco fluido, elegante e preciso dove le percentuali da tre dell’avvio di stagione sembrano solo un brutto ricordo e la giocata spettacolare, ma mai irridente, è sempre dietro l’angolo. Se l’inizio di partita ha messo subito le cose sui giusti binari con un 6-0 portato dalle triple di Teague e Severini, il momento in cui i gialloblù deflagrano arriva quando Massone chiama Allen ad andare a canestro con un passaggio no look dietro la schiena che fa urlare il palazzetto. Nei successivi otto minuti del secondo quarto Torino costruirà il suo distacco abissale con la squadra di Ramagli non riuscirà nemmeno a pensare di scalfire nel terzo e nel quarto quarto.
Di quella fase di gioco da favola riempiono gli occhi anche un recupero spettacolare di Massone su un pallone che sembrava irrimediabilmente viaggiare verso la metà campo gialloblù, un’azione in proprio di Allen che con ottanta mani addosso segna il canestro della sua doppia cifra personale (doppia doppia anche stasera giusto con tanto di decimo rimbalzo festeggiato dal pubblico), un assist da quarterback di Massone che Allen doma e traduce in due punti, un passaggione di Teague per Cusin che segna il +24, Teague che penetra e fluttua nell’aria per mettere il pallone nella retina, il canestro e fallo di Schina completamente fuori equilibrio che vale i trenta punti di vantaggio, l’extra pass di Cusin per la tripla di Severini al termine di un’altra azione avvolgente e la conclusione dalla distanza dello stesso Professore sulla sirena per il 59-25.
Volevamo partire da Giovanni Severini per parlare di singoli: il Professore è noto per le qualità difensive dimostrate anche ieri sera costringendo un realizzatore come D’Angelo Harrison a non mettere neanche un canestro dal campo, ma meritava una serata offensiva come quella di ieri. Ogni tripla scoccata gli faceva vedere il canestro sempre più grande e così sono arrivati sedici punti a popolare il tabellino di un giocatore che generalmente fa cose che nel tabellino non finiscono, ma contribuiscono a far vincere le partite.
Marco Cusin a febbraio compirà 41 anni, ma ieri se n’è allegramente dimenticato con una prestazione mostruosa, forse la più bella di tutte e tre le sue esperienze in gialloblù. Rimbalzi, difesa, canestri da sotto, canestri dalla media “stile centri slavi anni ’80”, citando il mio vicino di posto Max. E cito anche chi era seduto dietro di me che sintetizza al meglio la prestazione del Cuso: “sta facendo un clinic continuo su come si gioca a basket”. La standing ovation quando è stato richiamato in panchina al termine del secondo quarto è stata significativa a riguardo.
Lorenzo Tortù deve ancora recuperare al cento per cento la fiducia in campo. Ieri un paio di fischi troppo severi lo hanno portato a raggiungere il limite di falli proprio all’inizio dell’ultimo quarto impedendogli di giocare minuti importanti per ritrovarsi definitivamente, ma il boato sulla sua tripla nel terzo quarto del pubblico (e l’esultanza di Moretti con un mini-balletto) la dicono lunga sulla fiducia che il popolo gialloblù e lo staff nutrono nell’ex Juvi Cremona.
Ci sono liberi e liberi. Quelli a 7.53 del termine del terzo quarto hanno portato Matteo Schina a segnare mille punti a Torino scrivendo una pagina importante nella piccola grande storia della pallacanestro sabauda. Bello che arrivi in un periodo dove il capitano è in bolla più che mai (pensiamo alle due rubate con quattro punti in una manciata di secondi a Cremona: Godopoli), trovando una sorta di esaltazione dall’alternanza e dalla convivenza con il gemello diverso Federico Massone. Altri mille di questi punti, Capitano.
Il fatto di essere continuo e straripante da inizio campionato non deve essere una scusa per dimenticarsi di rimarcare l’ennesima serata d’onore per Allen. Sarebbe un peccato dare per scontato Big Rob che ha giocato l’ennesima partita pirotecnica gettando in faccia agli avversari leadership e fisicità. Godiamocelo tutto.
A proposito di una vittoria del suo Arsenal contro il Derby County capolista nel febbraio 1972, Nick Hornby in Febbre a 90 scrisse “La vita non è, e non è mai stata, una vittoria in casa per 2-0 contro i primi in classifica con la pancia piena di patatine fritte”. E la vita non è, e non è mai stata, un successo come quello di ieri sera contro Bergamo, ma per fortuna è tante altre cose. Basket Torino è al sesto successo consecutivo, ognuno diverso dall’altro con qualsiasi tipo di avversario (più forte, più debole e pari peso) e per ognuno abbiamo gioito nel vedere la squadra togliersi dalla palude delle zone basse della classifica per entrare in zona play-in con un occhio a quella play-off. La squadra di Moretti sa che ogni partita è diversa e che c’è da lottare sempre e su ogni campo, sin da sabato sera contro Mestre. E forse quello il regalo più bello di questo Natale, avere una squadra col cuore e con la testa, una squadra su cui contare. Buone feste a tutti, appassionati gialloblù.
Ps la scorsa settimana ho fatto una chiacchierata con coach Moretti che se volete potete trovare qui. Ero terrorizzato di un’eventuale sconfitto perché, da buono scaramantico, temevo di portare rogna. Invece miglior partita degli ultimi anni di Torino: coach, mi sa che la dobbiamo ripetere…


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