Canestro e Fallo

Canestro e fallo: “Con queste facce qui”

10.12.2025 18:15

Non ho mai avuto realmente paura. Ero abbastanza preoccupato, quello sì. Comunque sia quelle cinque sconfitte di fila qualche cattivo pensiero lo hanno provocato: canestri da tre col contagocce,  attacco asfittico, discontinuità all’interno della prestazione, teste un po’ troppo basse. Allen continuava a straripare, ma non era sufficiente. Anche quando giocavi bene come nei primi due quarti con la Fortitudo qualcosa spegneva la luce oppure capitava come a Rimini dove ci siamo dimenticati come si tirassero i liberi, un po’ come quando Peter Griffin si è scordato come ci si sedesse. 

Paolo Moretti ha detto una cosa importante: perdere la partita sbagliata in un campionato come questo rischia di farti prendere un filotto e Torino ne aveva già perse due contro Pistoia e Forlì generando una non piccola slavina di negatività. A questo punto l’unico obiettivo a breve termine è diventato vincere le partite che devi vincere, quelle per vari motivi “alla portata”, senza sminuire l’avversario. Il calendario ne ha presentate subito due: Ruvo e Roseto.

Ruvo è dura: campo caldo, gente a ridosso, l’entusiasmo della neopromossa che comunque lotta. Tutto da perdere. Invece teniamo. Primi due quarti equilibrati poi Allen ha aperto il gas per lo strappo decisivo, ma non è stato il solo. Io credo fermamente che le squadre abbiano un’anima e in questo caso è rappresentata principalmente dal suo capitano che ha avuto un inizio difficoltoso di stagione. In Puglia abbiamo iniziato a rivedere il Matteo Schina a cui siamo abituati, la pallina da flipper che con coraggio entra nelle difese avversarie, fa gioco e dà ritmo.

In casa con Roseto nel turno infrasettimanale altra partita che dovevamo vincere e abbiamo vinto conducendo dall’inizio alla fine, senza mai mettere in discussione il risultato: 88-60 finale, quattro in doppia cifra, primo punto del giovane Eruke, tripla del Cuso. Si va a Pesaro, contro la capolista. Partita di quelle che “si possono anche perdere”, ma se pensi così generalmente la perdi e perdi anche quelle dopo. Il nostro pensiero è stato diverso sin dai primi minuti.

Ancora una volta abbiamo condotto tutta la partita trascinati da Teague che, dopo un paio di mesi più educati che timidi passati a prendere le misure al campionato, ha deciso di straripare facendo i bambini con i baffi in avvio di partita. Cusin ha bevuto un sorso dalla fontana dell’eterna giovinezza e ha giocato una partita di generosità unica. Ogni volta che i padroni di casa hanno provato a rientrare, li abbiamo cacciati indietro trovando minuti e cose importanti anche da Stazzonelli. Un dirigente che non cito dice che “Staz” non si è ancora reso conto di quanto sia forte e mi sento di dargli ragione. L’impressione è che abbia pagato lo scotto del noviziato come un certo Matteo Ghirlanda che nelle prime apparizioni in gialloblù si vedeva fischiare contro anche i respiri, ma una volta preso il ritmo è diventato un fattore. Gli altri hanno continuato a fare il loro alla grande dallo Schina ritrovato al Massone mai andato via, da Severini che gira mettendo la museruola a chiunque prima di segnare il canestro tombale sulla partita ad Allen la cui dieta si basa sulle doppie doppie. Anche i cronisti di Pesaro, fra un piantino verso gli arbitri e l’altro, devono ammettere che la vittoria di Torino è meritata.

Veniamo a domenica. Ecco domenica è stata stupenda innanzitutto per motivi personali: c’era mia moglie (100% di vittorie, la facciamo abbonare), il mio migliore amico che fa esordire al Ruffini sua figlia che inizia ad appassionarsi al basket, in più gli amici e i vicini di sempre. Il Ruffini non è popolatissimo, ma è caldo. Caldo perché tornano degli amici: Franco Ciani e Alessandro Iacozza potranno essere avversari, ma mai nemici. Citando un grande personaggio come Emiliano Mondonico, sono come l’amico con cui ti metti a giocare a carte, vuoi vincere a ogni costo e poi tutto torna come prima e ti abbracci forte. In questa clima è venuta fuori una grandissima partita fra Torino e Rieti che al momento della palla a due era terza in classifica. L’andamento è già noto a tutti grazie anche alla cronaca di Fabio Milano e alle pagelle di Arianna Spennacchio, ma vorrei annotare le cose che mi hanno esaltato mentre mi chiedo se Piunti e Guariglia (che forte, però, il Guaro) stiano ancora protestando:

1. Massone che fa passare la palla sotto le gambe a un avversario in transizione poi ha l’accortezza di non mettere la tripla per non far crollare il Ruffini davanti al sindaco2. Allen silente fino a quando fa una mezza cazzata perdendo palla e reagisce diventando il solito demone, penetrando e mettendo triple in modo da ricucire il break avversario nel secondo quarto3. Da Massone a Cusin che senza guardare apre a Stazzonelli che per pochi millimetri non fa una tripla pazzesca (riga pestata) ed è “solo” il tiro del pareggio verso la fine del terzo quarto. Forse anche qui non si voleva far crollare tutto davanti a Lo Russo.4. Teague, ma proprio inteso come concetto. Caracolla, sembra tranquillo, poi all’improvviso sbam: canestro.5. Massone che intercetta e lancia Teague che Dio solo sa come, fra due, riesca a prendersi canestro e fallo, sicuramente in onore di questa rubrica, dando il via con quel +3 al parziale decisivo dell’ultimo quarto6. Rimbalzo di Bruttini dopo tripla sbagliata di Massone con Schina che vola per aria, mette il +5 e sul timeout chiesto da Rieti allarga le braccia in “Jesus Christ Pose” per chiamare il pubblico: quanto mi era mancato questo gesto.7. Uscita dal timeout con Teague che intercetta un passaggio, eurostep e segna. Nuovo attacco sbagliato dagli avversari, ancora Teague e +9. Massone recupera miracolosamente un passaggio lungo di Teague che ormai può fare tutto, ha anche moltiplicato due pani e due pesci già che c’era. Ovviamente sul proseguire dell’azione Teague si è preso due liberi. Ne ha messo solo uno per dimostrare che è umano.8. Storie tese Cusin-Piunti, tecnico contro Torino con Perry che sbaglia tra i fischi e 2/2 dalla lunetta del Cuso che fa ciao ciao mentre torna in difesa9. L’80-72 senza logica alcuna di Teague che ha chiuso di fatto la partita e ha fatto sputare diversi polmoni in campo ai tifosi10. Allen che raggiunge la doppia doppia sulla sirena con l’ultimo rimbalzo e non modifica la sua succitata dieta

 La classifica conta relativamente, anche se è molto bello vedere dove siamo adesso rispetto a due settimane fa. Però sappiamo tutti che è fluida, basta un soffio e sei lì a salire o a scendere. La cosa che conforta è un’altra: con queste facce qui, questo atteggiamento qui siamo tornati a giocarcela con tutte. Giocare vuol dire vincere o perdere, ma non mollare mai, non uscire mai dal parquet e il lavoro che Moretti ha fatto pressoché su tutto il gruppo (Tortù ha ancora qualche difficoltà, ma la foga messa quando impiegato fa ben sperare) è stato rimarchevole. A Torino si lotta e questa squadra lo fa.

 Se proprio vogliamo aggiungere un altro motivo per sorridere, forse il più grosso, aggiungo che si visto un certo Matteo Ghirlanda fare esercizi prima della partita. E se il Ghiro torna, si alzano le possibilità di avere sempre più domeniche come quelle di Rieti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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