Serie A

Il punto di Arioli: "A un certo punto si è spenta la luce"

01.05.2018 13:32

FUGA PER LA VITTORIA: Come nelle precedenti partite TORINO vive un primo quarto di bella pallacanestro, la palla viaggia veloce, sembra che sia facile fare tutto, soprattutto coinvolgere in post basso  MBAQWE che fa il vuoto; così, tirando pure con buone percentuali, il 27-10 non fa una grinza. Come a REGGIO, con BOLOGNA, a MILANO, a CANTU’ … E’ quello che non fa rassegnare tifosi e appassionati: vedere le potenzialità che questa squadra ha nelle fasi iniziali di quasi tutti i match. Buoni piani partita, buoni livelli di concentrazione, insomma, sembra esserci tutto per portare a termine ogni volta una sonante vittoria.

FUGA PER LA SCONFITTA: Come nelle precedenti partite citate (e in altre ancora) a un certo punto si spegne letteralmente la luce. Una non eccezionale TRENTO recupera a fatica e vince per inerzia un match che la FIAT  poteva fare suo senza eccessivi problemi. Si perdono palloni con frequenza sempre più alta, ci si affida al tiro da tre punti senza che questo sia il prodotto di un’organizzazione ma per mancanza di altre soluzioni, MBAQWE vive solo più di rimbalzi offensivi e qualche rollata sul pick’n’roll, si moltiplicano i palleggi e si diradano i passaggi ... Non basta un JONES da 16 punti (13 in 8’ nei primi due quarti), un MBAQWE da + 16 di plus minus, un 52% da tre punti di squadra e aver preso 8 rimbalzo più dei trentini. I motivi possono essere diversi, a volte la somma di tante piccole cose, legate alle caratteristiche di alcuni giocatori(GARRET in primis, sulle cui qualità non si discute ma che nei momenti di difficoltà si mette istintivamente in proprio), alla mancanza di un “go to guy” quando l’organizzazione va in crisi, a una condizione fisica che ultimamente non sembra al top.

IL RUFFINI DICE LA SUA: All’ottava sconfitta consecutiva chi si aspettava un clima di contestazione latente è andato via deluso. Un RUFFINI in verità mezzo vuoto ha voluto dare un segnale di attaccamento alla squadra e alla dirigenza che probabilmente in altre piazze non sarebbe arrivato. In fondo TORINO ha aspettato troppi anni di avere il BASKET in serie A per aver perso la pazienza dopo una stagione comunque da ricordare, sia nel bene che nel male. Vogliamo pensare che questo tolga alibi e emotività e permetta una serenità di analisi per portare a scelte ponderate sia sui giocatori che nella composizione dell’organizzazione tecnica e societaria. TORINO ha perso una grande occasione quest’anno, visto anche il livello non eccelso di molte squadre che la precedono in classifica. Ci si augura che tutto serva come esperienza per ripartire da basi più solide,  e altre soddisfazioni arriveranno sicuramente.

 

 

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