Serie A

La Fiat cerca l'impresa a Milano per tener vivi i sogni playoff.

Vujacic tra Kobe e il finale di stagione.

06.04.2018 15:19

Con ben più di un piede fuori dalla zona playoff, la Fiat Torino deve cercare di sfidare ogni legge statistica per restare nel gruppone delle squadre che vanno dalla 7a alla 10a piazza e violare il campo milanese per alimentare la tenue speranza di allungare la stagione e centrare l'ultimo obiettivo stagionale dopo l'approdo alla seconda fase di Eurocup e la vittoria della Coppa Italia. Purtroppo i numeri giocano a sfavore dei gialloblu, che arrivano da una serie di 4 sconfitte (Milano ha accumulato 7 vittorie in fila). Galbiati torna al Forum per la prima volta da capo allenatore, un'emozione insolita per uno cresciuto nelle giovanili milanesi. Nel girone di ritorno solo Capo d'Orlando e Pesaro hanno fatto peggio e in più l'ultima volta che Torino ha violato un palazzetto milanese si usava ancora il cronometro a 30" per le azioni d'attacco, correva l'anno 1991, era quasi Natale (il 22 dicembre) e fu la serata del trio Abbio (28 punti)-Zamberlan (23) e Della Valle senior (22). Ora ci si attende che la sveglia la suonino capitan Poeta (alla sua gara numero 300 in A) dopo l'eccellente ma tardiva reazione con Pistoia e il carismatico ma incostante Vujacic (che resta a prescindere uno dei leader tecnici della squadra). Intervenuto giovedì 5 alla presentazione alla presentazione del libro "Come Kobe, Ibra e Bruce Lee- Lo sport e la costruzione del carattere" di Franco Bolelli, il bicampione Nba ha avuto modo di parlare anche del finale di stagione della Fiat.

 

"Tutti noi cerchiamo di raggiungere i playoff, certo sarà un po' una vergogna se non ci riusciremo, ma bisogna considerare che avevo promesso un trofeo sui 3 stagionali e quello è arrivato con la Coppa Italia. Ho sentito giudizi da parte della stampa troppo severi in questa fase, in una città che guardava solo alla Juve e che fino solo a pochi anni fa vedeva il basket solo in serie B o in serie C." Poi prosegue citando la sua esperienza losangelina a fianco di Kobe Bryant "Quando in partita Kobe decideva di girare l'interruttore tutta la squadra ne veniva coinvolta e tutti finivano per seguirlo aumentando il proprio rendimento". Sul perché tutto questo non sia avvenuto dopo la vittoria di Firenze lo sloveno ha una sua personale spiegazione "Abbiamo avuto molti alti e bassi, il miglior allenatore italiano, Carlo Recalcati, ha provato ma non è riuscito a incidere e tanti giocatori sono con noi da troppo poco tempo. Se non raggiungeremo i playoff sarà un grosso peccato, perché è un obiettivo stagionale che ci eravamo prefissati. Ma, come avveniva a Los Angeles questo è il momento per scegliere i giocatori giusti per puntare ai playoff del prossimo campionato e io dico anche allo scudetto". Indicativo che due con la stessa ossessione per il successo e la ricerca della perfezione come Banchi e Vujacic non si siano mai "presi" fino in fondo. Il tempo stringe e le partite scorrono: bisogna vincerne 5 (su 6). Basterà la retorica su Kobe e Jackson per risalire la china?

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