Serie A

La Fiat Torino contro Pesaro per raccogliere i frutti

08.10.2016 17:10

Lo sfrigolare delle scarpe sul parquet, il boato che accompagna i canestri gialloblù, l’entusiasmo di una città nuovamente innamorata della pallacanestro. Ancora una volta, per una lunga e speriamo esaltante stagione. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quel lontano 4 maggio 2016, giorno in cui l’Auxilium Torino ha chiuso la sua stagione con una sofferta salvezza grazie alla vittoria su Pesaro ottenuta al PalaRuffini e al contemporaneo successo di Reggio Emilia contro Bologna: in questi cinque mesi il panorama cestistico torinese ha subito rapidi e radicali cambiamenti, nella forma ma anche nella sostanza. L’approdo di un marchio “pesante” come Fiat, lo smantellamento della squadra che ha ottenuto la salvezza pur senza brillare, la costruzione della squadra che quest’anno difenderà i colori gialloblù provando a trasformare la ricerca della salvezza in qualcosa di più, anche solo una tranquilla sopravvivenza lontano dai patemi: ci perdonerete se l’ordine temporale non è stato rispettato, tanto quel che conta è che oggi la pallacanestro torinese non è mai stata così in forma. Merito di una società che è stata in grado di crescere ricostruendo sui suoi errori e sull’inesperienza, collocando figure dalla comprovata capacità ed esperienza nei ruoli chiave: la scelta Atripaldi non è il ricorso a un ricordo presente nella testa di Antonio Forni, bensì l’aver scelto uno dei manager più in evidenza negli ultimi anni, affiancandolo a un dirigente serio e competente come Renato Nicolai, confermato dalla scorsa stagione. Al pari di Frank Vitucci, il tecnico senza fronzoli ma dalla grande sostanza, confermato anche se corteggiato da altre piazze, sempre più calato nel ruolo di “imperatore tecnico” non tanto per il fare dispotico, quanto per la totale fiducia riposta in lui che gli permette di tracciare le linee guida di una squadra. Come, per altro, dovrebbe sempre essere. Il precampionato ha regalato momenti di ottima pallacanestro ad altri in cui i carichi di lavoro hanno pesato più del talento a disposizione: l’esordio di Avellino ha confermato che questa squadra, costruita attorno al totem DJ White e allo “scugnizzo” Poeta, ha le potenzialità per lottare alla pari con tutti, ad eccezione degli “ufo” milanesi, anche se la partita di domani con Pesaro avrà un peso decisamente diverso rispetto all’esordio in terra irpina. Se con la squadra di Sacripanti i favori del pronostico, e quindi la pressione, erano tutti dalla parte dei biancoverdi, domani pomeriggio (palla a due alle ore 18.15 al PalaRuffini) sarà la Fiat a dover fare la partita: non esistono partite decisive nel girone d’andata, ancora meno se ci troviamo alla seconda giornata. Di sicuro Pesaro è squadra decisamente più abbordabile di Avellino e affrontarla sul parquet amico del Ruffini sarà un vantaggio non da poco per la truppa gialloblù. All’esordio in campionato la Consultinvest Pesaro ha dato il benvenuto in Serie A alla Germani Brescia, vincendo una partita condotta praticamente dal primo minuto per 76-63: in realtà dopo aver accumulato un ampio margine sugli avversari, la squadra di Bucchi si è “seduta”, permettendo il ritorno dei bresciani salvo poi chiudere il conto nel quarto periodo vincendo in scioltezza. Un roster ricco di alternative quello affidato al coach ex Brindisi, con volti conosciuti come l’ex Capo d’Orlando Jasaitis, ala lituana dalla sconfinata conoscenza del gioco, ad atleti come il terzetto formato da Jarrod Jones, Ryan Harrow e Brandon Fields, tutti e tre in doppia cifra all’esordio. “Torino ha perso ad Avellino solo per episodi, avesse vinto non avrebbe rubato nulla” ha messo in guardia i suoi coach Piero Bucchi, consapevole che si tratta di un buon test dopo la bella vittoria con Brescia”, due punti che fanno morale ma che vanno presi con il giusto atteggiamento dai biancorossi, “mantenendo i piedi molto ben saldi a terra”. Il reparto lunghi di Torino, pur potendo contare su DJ White, il miglior interprete del gioco offensivo in post, non dispone di elevato tonnellaggio, compensato da qualità tecniche spesso inusuali per giocatori “lunghi”: caratteristica che i gialloblù condividono con i pesaresi, squadra pericolosa sul perimetro ma leggera nel verniciato. "I loro lunghi sono ottimi - ha concluso Bucchi riferendosi principalmente a DJ White e Wilson - e molto perimetrali, per Nnoko sarà un ottimo test. Hanno anche esterni molto pericolosi. Da parte nostra, dobbiamo limare le pause all'interno della partita, mantenendo continuità e concentrazione. Loro sono una buona squadra che lotta sempre fino in fondo. L'ambiente sarà caldissimo essendo all'esordio casalingo e quindi dirò ai ragazzi di essere preparati anche a questo”. In definitiva non è una partita decisiva e non potrebbe essere altrimenti alla seconda giornata di campionato: certo che riuscire a vedere già domani la Torino sognata in estate, cambierebbe le prospettive in vista della stagione del rilancio.  

Domenico Marchese

'));