Serie A

Coach Arioli l'ha vista così....

Un mese lungo un anno e più

12.03.2018 15:10

 

LA CHIAVE E’ DIETRO:  VENEZIA indirizza il match già nel primo quarto, TORINO sembra svuotata e lavora con poca intensità e cattiveria difensiva (1 solo fallo in 9’ 32”). I lagunari sono primi in classifica e dotati di eccellente profondità (9 giocatori in rotazione più CERELLA pronto per le missioni speciali), ma la FIAT ha saputo affrontarla e batterla in precedenza rendendole più difficoltosa la via del canestro. L’impressione è che i gialloblu debbano sfruttare un organico un po’ particolare con estrema applicazione difensiva, perché in attacco ha ottimi solisti che però giocano con difficoltà insieme, a meno di acquisire una rigida organizzazione che BANCHI aveva ottenuto solo dopo 3 mesi di lavoro, e comunque con una squadra differente.

 

MBAQWE, SEMPRE LUI: E’ l’unico giocatore  (insieme a VUJACIC che però lo ha ottenuto nei minuti finali a giochi ormai chiusi) con plus-minus positivo, + 6 , con 15 punti + 15 rimbalzi e unico con la faccia cattiva dietro. La FIAT ha estrema necessità che MAZZOLA e PELLE abbiano un impatto diverso rispetto a domenica, soprattutto il centro di colore che non può limitarsi a balzi pirotecnici nei minuti in cui è in campo.

 

UN MESE LUNGO UN ANNO: E’ fisiologico che la FIAT stia tirando il fiato. L’ultimo mese è stato dispendioso dal punto di vista mentale come giocare 20 partite di fila. Continuiamo a pensare che TORINO sia al livello delle prime 4 squadre di questa serie A: ha profondità, talento, duttilità e ora una potenzialità fisica che non la espone in partenza ad alcun punto debole. Passare indenni nello tsunami/BANCHI non è stato facile per nessuno. La SOCIETA’ ha dimostrato l’umiltà dei fatti, che è quella  più importante.  L’inserimento di ATRIPALDI, l’allontanamento di PATTERSON (segnale assolutamente necessario per puntellare la promozione di GALBIATI head coach) e qualche passo indietro con la volontà di correggere alcuni errori o presunti tali sono elementi da rimarcare. La COPPA ITALIA in bacheca però non deve accontentare un gruppo che può ancora fare molto. Ora per COACH, GIOCATORI  e SOCIETA’ arriva la sfida più difficile: svuotarsi la pancia in fretta, ricaricare gambe e testa e giocarsela con tutti con la forza dell’entusiasmo. TORINO non aspetta altro!

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