Canestro e Fallo

Canestro e fallo - “Storia di un parziale Reloaded”

23.09.2025 12:18

“Si respira aria buona”. Questo sarebbe dovuto essere il titolo della prima puntata di Canestro e Fallo dopo il media day con allenamento a porte aperte nella fornace del PalaBurgo di San Mauro. Gli ingredienti per una buona stagione, nonostante l’iper-competitività della LegaDue, c’erano tutti: un gruppo sorridente, voglioso di lavorare tanto da presentarsi addirittura in anticipo, americani tirati a lucido fisicamente. La grande assente era solo l’aria condizionata.

 La mia pigrizia atavica non mi ha consentito di scrivere nei primi giorni successivi a quel martedì 12 agosto (e poi oh, anche a casa mia non ho l’aria condizionata, avevo troppo caldo anche solo per pensare) e allora ho deciso di posticipare il tutto per l’inizio del campionato, magari evidenziando che il pre-campionato era andato bene, che Allen è una ira di Dio e che coach Moretti è imbattuto al “Ruffini”. 

“Grazie a Dio non l’ho fatto, altrimenti avrebbero pensato che portavo sfiga” è stato il pensiero durante i primi due quarti con Cividale, fresca vincitrice di Supercoppa, ma senza Deshawn Freeman (però presente quando era alla Fortitudo che spazzolammo 82-64 lo scorso anno. Che c’entra? Nulla forse, ma era per dire che lo avevamo già incrociato con successo). Già stranito per le maglie praticamente uguali di padroni di casa e ospiti, ero attonito per quello che stavo vedendo. I gialloblù locali non riuscivano a trovare fluidità in attacco, Allen faceva tutto bene fino al momento di alzarsi per buttarla dentro, ma litigava col ferro, da tre le percentuali si facevano inquietanti mentre dall’altra parte Mastellari vedeva il canestro come una vasca da bagno e guidava la grandinata di triple che contribuiva a portarci addirittura a meno 20 nel secondo quarto.

 La curva Guerrieri canta e incoraggia la squadra a crederci, mentre il resto del Palazzo è stordito, forse perché qualcuno è reduce da Toro-Atalanta 0-3 e gli sembra di continuare l’incubo sportivo pomeridiano sotto altre sembianze. Ma la Reale Mutua ha altre doti caratteriali rispetto ai colori granata del momento e già da fine secondo quarto, sbuffando e faticando, si rifà sotto. Senza una brutta difesa sull’ultima azione andremmo all’intervallo lungo sotto di 13, e sarebbe un lusso, ma il tabellone dice -15.

 Negli spogliatoi arriva una scossa tranquilla, non c’è bisogno di urlare nei confronti di una squadra che sembra patire soltanto l’emozione e la faccia al rientro in campo è subito diversa. Allen va dentro come nei primi due quarti, ma sboccia l’amore col canestro (6/6 dal campo) e in men che non si dica si inizia a ricucire arrivando addirittura a -2. Il parziale si chiude con gli uomini di Pillastrini (come sempre tvb, Pilla. Torino non dimentica)  avanti di 5, ma è entrato in partita anche il pubblico e il futuro sembra radioso anche se fuori inizia a diluviare e a quanto pare anche un pochino dentro il Pala Gianni Asti: qualche goccia si posa a terra e allora giù di spazzoloni.

Torino prova a rintuzzare il nuovo tentativo di allungo di Cividale a inizio ultimo quarto e a un certo punto il tabellone dice 65-74. Mancano 4.34 al termine. Mettiamo un attimo il tasto pausa al nostro cervello. É inelegante autocitarsi, però in questo momento sto scrivendo con la maglia del tour mondiale del ’79 dei Van Halen e i pantaloni del pigiama quindi chi se ne frega dell’eleganza, ma durante l’ultima stagione con Franco Ciani scrissi di un clamoroso parziale che ci portò a battere Trieste in regular season (cosa ahinoi non ripetuta nei playoff): 18-0. Bene, è lo stesso rifilato a Cividale che magari può festeggiare perché poi fu proprio Trieste a salire in massima serie, ma per adesso sorridiamo noi. Quindi eccoci a rivivere tutto quello che è accaduto dal canestro del provvisorio più 7 di Leonardo Marangon in poi, dopo il timeout chiamato da Paolo Moretti.

La Reale non rientra benissimo dal minuto di sospensione con un attacco di Teague che sfocia in una tripla senza particolare ritmo, ma sul lato opposto del campo Allen prende uno sfondamento da Berti in un’azione che avrebbe potuto complicare definitivamente la partita: difesa da urlo che sembra il segnale convenuto. Massone e Allen si passano il pallone e Robert conferma l’assunto che quando si difende bene si attacca meglio appoggiando il -5 con l’aiuto del tabellone.

La tripla di Redivo non fa paura e in transizione la sfera arriva a Tortù, autore di canestri già utili in precedenza, che da tre piazza un canestro di importanza capitale che vale il -2 e l’ufficiale entrata sul parquet di chiunque sia sui seggiolini del Rufffini e abbia a cuore le sorti dei ragazzi di casa. Stavolta il timeout lo chiama Pillastrini, ma nell’azione successiva né Mastellari né Cesana trovano la retina con conclusioni scoccate con gli stessi occhi di Torino nel primo tempo. Sul capovolgimento di fronte, Tortù si fa trovare da Severini e con mani ormai di fuoco mette la tripla del sorpasso dalla punta. Viene giù tutto. Per la prima volta in serata Torino è in vantaggio a poco più di due minuti dalla sirena.

Rota capisce che non è più domenica, anche se in realtà manca ancora qualche ora, con un tiro da tre scoccato da molto lontano che scheggia il ferro. Massone non trova il canestro dopo un movimento elegante, ma Allen subisce fallo sul rimbalzo e va in lunetta con Cividale in bonus. Il primo non entra, il secondo sì: più due a 1.28 dalla fine. Non lo sappiamo ancora, ma sta per andare in scena la giocata della partita.

Uscita di Mastellari che sfrutta il blocco di Berti e prova a prendersi una di quelle triple che ci hanno fatto così male nei quarti precedenti, ma si ritrova davanti Bruttini, appena entrato al posto di Tortù, che con la sufficienza di un papà che gioca con un bambino toglie il pallone all’avversario con una rubata antologica quanto inaspettata. Davide appoggia subito a Massone che fa ripartire l’azione torinese e schiaccia per terra a Severini, in agguato nei pressi della linea da tre punti. Non ho mai letto o visto il Signore degli Anelli, ma mio malgrado conosco la citazione di Gandalf che dice “Un mago non è mai in ritardo o in anticipo, arriva precisamente quando intende farlo”. Credo valga anche per i Professori, visto che “Seve” al momento giusto piega le ginocchia e segna la tripla del più cinque a 1.15 dal termine dopo l’ennesima gara di applicazione difensiva. Pubblico in piedi, Schina carica la folla, timeout Pilla, gente che si denuda sugli spalti.

 La difesa di Torino ringhia e mulina mani mentre Ferrari, che si conferma uno dei giocatori su cui puntare per il futuro azzurro esattamente come Marangon entrambi campioni europei under 20, si prende una tripla che non trova nemmeno il ferro. Il recupero di Mastellari arriva quando la palla è già uscita e la palla è di nuovo dei gialloblù che più ci piacciono. Massone gioca col cronometro, poi, con un movimento elegante che mi costringerà ad andare a fondare il culto del “Massonismo” al termine della partita, salta Rota e mette palla in mano a un ormai dominante Allen che schiaccia il più 7 mettendo il punto esclamativo alla partita e convincendo tutte le mamme dei presenti a buttare la pasta.

Ormai trasfigurato dal trentello raggiunto, Allen va a coprire su Rota che trova solo la parte esterna della retina definitivamente la fine della contesa. 2/2 ai liberi di Massone per il definitivo 83-74, Mastellari pesta la linea sull’ultima tripla e padroni di casa che gestiscono l’ultimo possesso fino allo scadere. Moretti mantiene l’imbattibilità casalinga (8/0) che un giorno finirà, ma, e qui cito Il Trono di spade che invece ho visto, “not today”.

 Torino non sarà una delle favorite, ma è una formazione che sa e saprà farsi amare e ha margini di miglioramento: oggi non abbiamo visto il miglior Schina (ed è una rarità), Teague è stato più ragionatore che realizzatore (e comunque ha messo i canestri che doveva mettere), Stazzonelli ha patito un pochino l’esordio, ma ci sono stati altri protagonisti a fianco del monumentale Allen della ripresa. Ognuno può essere decisivo, ognuno può trascinare nel momento giusto della gara, come dimostrano le triple di Tortù quando è arrivata l’ora di mettere la freccia. E allora forza Reale Mutua Basket Torino di Paolo Moretti, sperando di urlarlo tante volte.

 

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