Serie A

The real MVPs

La nostra riflessione a freddo sul trionfo della Fiat in Coppa Italia

20.02.2018 10:16

E' inutile girarci attorno: questa bella e meritata vittoria è il risultato di un patto tra gentiluomini, che si sono trovati di fronte, all'improvviso, un ostacolo quasi insormontabile,hanno messo da parte egoismi e individualità per superarlo, aiutandosi l'un l'altro.Non è un meccanismo mentale inedito nel mondo dello sport: senza andare tanto lontano nel tempo e per non cambiare disciplina ricordiamo la calvalcata senza futuro della Siena di Crespi (2014), andata ad un tiro di Matt Janning, rimbalzato 3 volte sul ferro,dal vincere uno scudetto che facilmente gli sarebbe poi stato revocato... Per assurdo c'era di mezzo Luca Banchi anche in quell'occasione, ma dalla parte dei vincitori. Questa volta un po meno, ma non del tutto, secondo noi.

L'antefatto

Il 15 gennaio 2018, è il giorno delle dimissioni definite "misteriose" del coach grossetano. Il 15 Febbraio 2018 è il giorno in cui iniziano le F8 con la sfida alla Reyer Venezia. Durante questo pazzo mese in Auxilium sono andati via 2 giocatori (Davide Parente e Antonio Iannuzzi) ed un terzo pare essere ormai prossimo alla stessa sorte, il giocatore più forte della squadra, Lamar Patterson. Che, peraltro, delle 8 partite disputate in questo lasso di tempo, ne ha saltate quasi metà per ragioni fisiche, più le 3 di coppa per motivi disciplinari... Altri 4 sono arrivati (Momo Tourè, Nobel Bongou Colo, Vander Blue, e Norvel Pelle), ma non solo: ci sono stati svariati infortuni, compreso quello serio di Mbakwe, per non parlare del soggiorno torinese mordi e fuggi del Charlie nazionale, su cui bisognerebbe scrivere un pezzo a parte, anche bello lungo.
Dopo di lui la nomina di un capo allenatore in coabitazione (Galbiati/Comazzi) e il ritorno in un ruolo apparentemente di secondo piano di Marco Atripaldi. Come se non bastasse, uno dei 3 nuovi arrivi (Pelle), si è preso un'influenza di quelle che avrebbero steso anche Maciste e il giovane talento Okeke ha dovuto fermarsi per motivi di salute fino ad ora non del tutto chiariti.

L'impatto con le Final 8

Porte girevoli e anche basculanti, visto che il regolamento non consente di ruotare a piacimento i giocatori a disposizione, ma bisogna tenere conto delle quote ammesse per ogni tipo di nazionalità sportiva, con il risultato di dover escludere un paio di stranieri e rimpiazzarli con due sedicenni italiani da portare
in viaggio premio. La difficoltà più grande naturalmente era inserire 2 titolari mai visti prima o quasi (Colo e Blue) e farlo con una coppia di coach esordienti, per giunta alle prese con una squadra che definire disorientata era puro eufemismo. In realtà di segnali positivi se ne erano già visti nella, ahimè, decisiva sconfitta interna con San Pietroburgo e nella faticosa vittoria esterna con il fanalino di coda Pesaro, le prime due gare condotte dai due ex assistenti. In tutta onestà il quarto di finale contro i campioni d'Italia di Venezia aveva tutta l'aria di essere quello meno equilibrato dei quattro e, a parte il caso clinico di Milano rullata da Cantù, così è stato, ma nel modo opposto al previsto, Dopo una partenza stentata per entrambe, Torino si è sbloccata, una Reyer orribile no: subito divario importante e partita controllata fino al quarantesimo, finalmente giunto a porre fine ad un spettacolo sempre più osceno, man mano che passavano i minuti. Esattamente il contrario rispetto alla vittoria ottenuta in Laguna a novembre, occasione in cui il talento delle due squadre generò uno show di alto livello tecnico, protagonisti nella fattispecie Orelik e Patterson, due fenomeni che per motivi diversi tra loro non vedremo più in questa stagione. Ma sono le vittorie brutte sporche e cattive a creare certezze mentali e ulteriore fame , stessa sensazione percepita dopo Varese.... Forse si è tornati a quel punto? Lo speriamo, le due successive imprese con relativo storico trofeo conquistato, forniscono una risposta affermativa senza dubbio alcuno, pur con evidenti aggiustamenti in corso: se Galbiati e Comazzi hanno scelto, come più volte dichiarato, di proseguire la linea tattica di Banchi, hanno dovuto e dovranno fare i conti con una struttura fisica e caratteriale sensibilmente cambiata. Se lo spirito è questo, non si può che essere ottimisti, questa volta senza ironia.

Real MVP1 : Squadra e coaches

Il linguaggio del corpo è diffcile che inganni la realtà: a Firenze l'Auxilium è stata compatta nel vero senso della parola, il piacere di stare a contatto fisico con i compagni e i coach. Abbracci, strattoni, spinte ,sguardi...Torino si è semplicemente rifutata di perdere, facendo cose bellissime quando ci è riuscita, e stando attaccata alle partite nei momenti difficili, che non sono mancati. Ma la sensazione di inerzia a favore dei gialloblù non è mai venuta meno, una squadra in missione. Bisogna essere onesti, il livello tecnico di queste finali non è stato eccezionale, forse la tensione, alcune assenze rilevanti, tuttavia non è mancato l'equilibrio con ben tre overtime, una partita fantastica come Brescia-Cantù e una ottima come la finale. Torino ha sbagliato meno degli altri nei momenti decisivi e ha vinto meritatamente di squadra, molteplici gli episodi chiave con protagonisti tutti a turno, tutti mvp, coaches compresi.

Real MVP2: Deron Washington e Peppe Poeta

Fare nomi diventa difficile, statisticamente nessuno è emerso in modo clamoroso, tanti i flash che vengono in mente: il canestro da gladiatore di Mazzola , uno scarico al laser di MBakwe in angolo dopo una ricezione profonda complessa, i pochi ma belli e importanti canestri su azione di Vujacic (autore anche della difesa sulla tripla di Vitali che poteva sparigliare tutto), il moto perpetuo ed imprevedibile di un Garrett, che diffcilmente scende sotto il livello di eccellenza che la sua infinita classe gli garantisce, Colo che prende e tira con coraggio ogni volta che la difesa glielo consente, senza avere ancora chiaro schemi e ruolo, Jones che infila un gancio cielo in corsa, e non solo quello, Blue che manda al bar Moss e lo infilza in controtempo. E poi... Peppe e Deron, l'anima della squadra, gli unici che non hanno mai frenato neanche nel breve interregno Recalcati, sono venuti a Firenze pronti a tutto, mettendo a rischio il loro corpo e facendo giocate decisive in tutte e tre le partite. Simbolico il loro alley-oop contro Cremona, facile come bere un bicchiere d'acqua, a guardarlo. Due professionisti e due pazzi contemporaneamente: il play campano, con il viso tumefatto dalla recente frattura di zigomo e naso e con un risentimento muscolare al polpaccio, l'ala ex Virginia Tech, messo intrinsecamente e follemente in discussione dall'arrivo di un quarto americano, hanno preso per mano i compagni e li hanno guidati Nonostante alcuni non si conoscessero manco per nome, ci teniamo ad evidenziare che i nostri 2 "eroi" c'erano già lo scorso anno, e che vincere cambiando attori ogni settimana sarà anche bello, ma le vittorie importanti arrivano sempre da lontano. Non ce ne voglia il fortissimo Vander Blue, decisivo in semifinale, ma gli addetti ai lavori che lo hanno votato MVP della finale, erano troppo stanchi per scrivere sulla scheda nomi un filo più lunghi del suo?

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