Serie A

E se iniziasse tutto domani?

Tre giovani coach alla guida di una squadra a caccia di una scossa

06.02.2018 12:25

Una giornata lunga, lunghissima, conclusa con il crollo sul divano dopo decine di articoli scritti. Non si può certo dire che la Fiat Torino non fornisca spunti per articoli ai professionisti dell’informazione, definizione che spesso è molto più pomposa della realtà dei fatti: indubbiamente ci piacerebbe poter scrivere di ben altri aspetti che animano la pallacanestro, di imprese, di vittorie, come avevamo iniziato a fare nei primi mesi della stagione.
I pensieri che hanno turbato la notte (notizia inaspettata: soffriamo anche noi delle vicende del nostro amato sport!) mi hanno regalato un mal di testa mattutino che solo una bustina di Oki ha potuto lenire, dandomi lo sprint per ripartire: non prima però di aver bevuto un caffè, che fortunatamente ho condiviso con un amico (amico, mica tanto! É stato protagonista, insieme a Maurizio Salvemini, della mia prima bocciatura da giovane atleta, durante un provino all’Auxilium quando avevo 12 anni…). 
Entriamo nel bar, ci guardiamo in faccia, e quasi contemporaneamente diciamo la stessa cosa: “Sai che ti dico? Che ora è arrivato il momento di dimenticare tutto e stare a fianco a questi tre ragazzi. A Paolo, Stefano e Michele”. All’unisono, senza dirsi niente prima. Senza dimenticare chi ha sbagliato, quando e come, chi ha ferito il basket cittadino e la nostra pazienza. 

OKI PER IL BASKET TORINESE

Come l’Oki ha rimesso in carreggiata il sottoscritto questa mattina, è ora di resettare e ripartire azzerando il dolore. No, cari i miei colpevoli (ognuno ha i suoi, mettete pure il nome o i nomi o la categoria che preferite…) non mi dimenticherò del male che avete fatto alla pallacanestro torinese e alla credibilità di un movimento che è la mia seconda famiglia per amore e trasporto. Ma proprio perchè AMO la pallacanestro e Torino, e siccome i tre “caballeros” Comazzi, Galbiati e Siragusa (in rigoroso ordine alfabetico) sono, chi più chi meno, espressione e diretta emanazione del nostro basket, allora è arrivato il momento di supportarli in tutto e per tutto. Perchè sono giovani, perchè non possono essere mandati allo sbaraglio ma soprattutto perchè sono enormi conoscitori della pallacanestro. E anche se, immagino, saranno spaventati da una missione che non sono riusciti a portare a termine santoni come Recalcati o guru come Banchi, io ci credo, sono convinto che dalle macerie si possa ricostruire. Sempre che chi di dovere non combini altri danni.

SE QUALCUNO RUBA UN FIORE PER TE

Galbiati e Comazzi si conoscono da tempo e oggi si stimano, sono affiatati, sono giovani e ambiziosi. E credo abbiano dimenticato quello “sgarbo” fatto da Stefano Comazzi a Paolo Galbiati, un colpo a sorpresa quando il coach piemontese guidava l’Under 19 PMS Moncalieri e il tecnico di Vimercate era alla guida dell’Olimpia Milano. Finali Nazionali, non bastano 40’ di gioco per decretare la vincente: ci pensa allora Ares Fiore (attualmente a Ciriè, Serie C Gold) a segnare la tripla vincente allo scadere.

IN BUONA SOSTANZA

In definitiva io ci credo. Ed è ora che tutti ci credano, perchè, sinceramente, non abbiamo nessun'altra possibilità, a meno che il disgustoso valzer prosegua proponendo un altro tecnico, e poi un altro, e poi un altro. Perchè amiamo la pallacanestro e amiamo la nostra città, perchè spesso è più facile ricostruire dalle macerie piuttosto che provare a modificare una costruzione già eretta. E perchè i giocatori, oggi, non hanno più scuse. Al pari della proprietà. Ora è arrivato il momento di dire basta, di lasciar lavorare in pace questi tre ragazzi, di smetterla con le ingerenze, di smetterla con le scuse, con i comunicati fuffa, in cui l’unico interesse è “sottolineare il ringraziamento di Recalcati alla famiglia Forni”. BASTA. Non è la dignità di una famiglia in ballo, ma il futuro del nostro basket. Non è la possibilità di continuare a fare e disfare a proprio piacimento una squadra, ma di continuare a vivere la pallacanestro. Perchè l’Auxilium non è un orpello, ma una RESPONSABILITA’. L’Auxilium è un bene comune di cui si è depositari, non proprietari. Perchè l’Auxilium è Torino e in questo momento l’Auxilium è il terzetto alla guida della squadra: Comazzi, Galbiati, Siragura (in rigoroso ordine di età). E allora domani sera, contro San Pietroburgo, mettiamo tutti da parte l’astio, a volte anche meritato, nei confronti di chiunque. E iniziamo a tifare per questi ragazzi che potrebbero essere davvero la nostra unica speranza. 
“Vedendo una loro foto mi è sembrato di rivedere Banchi e Pianigiani quando erano a Siena” ha concluso la pausa caffè il mio amico. Non so se sarà così, ma voglio che così sia. 


PS: Tutta questa fantasia poteva averla anche quando ho fatto il provino all’Auxilium, magari avrebbe visto in me la guardia mancina che gli serviva.. invece…

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